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Un ultimo sguardo a BepiColombo dopo il flyby con la Terra

La ripresa dal Liverpool Telescope alle Canarie è stata effettuata la sera del 15 aprile, quando la sonda era a oltre 2 milioni di chilometri dalla Terra

Un settimana fa, venerdì 10 aprile, alle 6:25 di mattina ora italiana, la sonda europea BepiColombo si è avvicinata alla Terra, 'sfiorandola' a soli 12.677 km di distanza per effettuare una delicata manovra di flyby con il nostro pianeta. Una manovra necessaria per modificare la traiettoria della sonda e che le permetterà di raggiungere a dicembre 2025 la sua meta finale: Mercurio.La manovra ha avuto successo e BepiColombo ha già iniziato a dirigersi verso l’interno del Sistema solare.

“Venerdì scorso avremmo voluto prendere un 'primo piano' di BepiColombo, ma non è stato possibile”, spiega Alessandro Spagna (ricercatore INAF presso l’Osservatorio di Torino), “a causa della chiusura dei nostri telescopi in Cile dove c’erano le condizioni ideali per osservare il passaggio ravvicinato”. Alcune belle immagini del flyby di BepiColombo sono state comunque ottenute da diversi astrofili e sono state pubblicate sul sito dell’ESA, assieme a un breve ma spettacolare video della Terra ripresa dalla camere a bordo della sonda in fase di avvicinamento.“In questo momento BepiColombo si sta allontanando sempre più dalla Terra, diventando giorno dopo giorno più debole” prosegue Spagna. “Tuttavia, grazie all’aiuto dei nostri collaboratori della Liverpool John Moores University giovedì sera 15 aprile siamo riusciti a fotografare la sonda per fargli un ultimo saluto mentre sta attraversando la costellazione dell’Idra a una distanza di 2 milioni di km, pari a circa 5 volte la distanza Terra-Luna”.

La fotografia qui riprodotta (a sinistra) è stata ripresa dal Liverpool Telescope, uno strumento completamente automatizzato da 2 metri di diametro installato nell’isola di La Palma alle Canarie. L’osservazione è stata programmata da Jon Marchant dell’Astrophysics Research Institute, con un tempo di posa di 60 secondi. Il campo qui riprodotto ha una larghezza di circa 4 minuti d’arco; le stelle più deboli visibili hanno una magnitudine visuale di 22, mentre il puntino indicato nel circoletto verde è prodotto dalla flebile luce solare riflessa da BepiColombo che qui appare come una stella di magnitudine 20. Di fianco è riportata la stessa porzione di cielo, ottenuta dalla Sloan Digital Sky Survey (SDSS).

L’INAF e l’Astrophysics Research Institute collaborano a vari progetti osservativi, coordinati da Richard Smart (ricercatore INAF presso l’Osservatorio di Torino), tra cui il monitoraggio con altissima precisione da Terra del moto del satellite astrometrico Gaia per conto dell’ESA.

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Frutto della collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), la missione BepiColombo si compone di due sonde, l’europea Mercury Planetary Orbiter (Mpo) e la giapponese Mercury Magnetospheric Orbiter (Mmo). L’industria italiana ha collaborato alla realizzazione della missione, in particolare Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), che è stata il subcontraente principale del satellite, costruito da Airbus Defence and Space in qualità di prime contractor. L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha realizzato 4 dei 16 strumenti ed esperimenti a bordo dei due orbiter, grazie al contributo della comunità scientifica italiana, tra cui i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e un gruppo dell’Università “La Sapienza” di Roma.


Per maggiori informazioni:

Il comunicato stampa ASI-INAF sul flyby

Immagini del flyby riprese da Terra

Immagini del flyby da BepiColombo

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