Strumenti personali
Fatti riconoscere

Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

INAF

Istituto italiano di astrofisica - national institute for astrophisics

Ciao
Tu sei qui: Home Notizie INAF Extremely Big Eyes on the Early Universe

Extremely Big Eyes on the Early Universe

Dal oggi e fino al 13 settembre l'Accademia dei Lincei ospita un convegno internazionale dedicato alla scienza che potrà essere realizzata con la prossima generazione di telescopi dotati di specchi estremamente grandi
Extremely Big Eyes on the Early Universe

Un ideale paragone tra il futuro telescopio ELT dell'ESO e il Colosseo. Crediti: ESO

Una delle scoperte centrali della scienza moderna è la dimostrazione che l’Universo evolve, cioè cambia nel tempo. Stelle nascono e muoiono, le galassie crescono e cambiano forma, i buchi neri al loro centro divorano milioni di stelle. L’evidenza di questa evoluzione discende direttamente dalle osservazioni di galassie sempre più distanti, che ci permettono di osservare come era l’Universo in epoche sempre più indietro nel tempo, fino agli istanti di poco successivi al Big Bang.

Nella prossima decade, lo sviluppo di telescopi di  nuova generazione ci permetterà di studiare l’Universo primordiale con un dettaglio senza precedenti. In particolare, lo European Large Telescope, un “mostro” da 40m di diametro e i suoi rivali americano TMT e GMT promettono di trasformare la nostra comprensione di come si sono formate le prime stelle e galassie nella storia dell’Universo.

Per discutere di queste eccitanti prospettive si riuniscono da oggi a Roma, nella prestigiosa sede dell’Accademia dei Lincei, oltre 100 scienziati provenienti da tutto il mondo. Nei 5 giorni di convegno verranno presentati i progetti di costruzione di questi nuovi telescopi e strumenti, lo stato delle osservazioni attuali e gli spettacolari progressi che saranno possibile con la nuova strumentazione. La conferenza di Roma è particolare anche perché è stata organizzata in combinazione con altre due conferenze analoghe, a Los Angeles e  a Tokyo,  per discutere queste tematiche a livello internazionale.

Laura Pentericci, ricercatrice dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma e una delle organizzatrici dell’evento, spiega le ragioni di tale interesse: “Le prospettive scientifiche che si aprono grazie alla nuova generazione di telescopi giganti sono straordinariamente eccitanti. Saremo in gradi di osservare una galassia a 10 miliardi di anni luce da noi ovvero  quando l’Universo era ancora giovanissimo, con lo stesso dettaglio con cui oggi siamo in grado di osservare le galassie nell’Universo locale. Saremo così in gradi di capire come si sono formate miliardi di anni fa e come sono evolute nelle strutture che vediamo oggi”.

“La scelta di Roma come sede dell’evento Europeo non è casuale. L’Italia, attraverso l’INAF, è protagonista nello sviluppo della straordinaria tecnologia di questi nuovi telescopi giganti” ribadisce Adriano Fontana, dell’INAF, un altro organizzatore dell’evento. “Industrie italiane si sono già aggiudicate  contratti  da circa 400milioni di Euro per la costruzione del telescopio europeo, e scienziati e industrie italiane sono protagonisti dello sviluppo della tecnologia chiave che consente a questi telescopi di spingersi a limiti mai raggiunti prima, la cosiddetta ottica adattiva”.

Per maggiori informazioni:

visita il sito web della conferenza Extremely Big Eyes on the Early Universe

archiviato sotto: ,

Webb misura la temperatura di Trappist-1 b

28/03/2023

Webb ha misurato per la prima volta la luce emessa da un esopianeta roccioso simile ai pianeti del Sistema solare interno. Lo strumento che ha eseguito la misura è Miri e il pianeta è Trappist-1 b, il più interno dei sette pianeti che orbitano attorno alla stella nana Trappist-1. Nuove osservazioni serviranno a stabilire con certezza se vi sia un’atmosfera

Alla ricerca del segnale gravitazionale perduto

28/03/2023

Uno studio guidato da Giulia Capurri, dottoranda alla Sissa di Trieste, pubblicato a gennaio su “The Astrophysical Journal” propone di realizzare una costellazione di interferometri spaziali per rilevare le sottili fluttuazioni del segnale gravitazionale di fondo, rivelando così i segreti delle fusioni dei buchi neri

Getti di materia da una protostella massiccia

27/03/2023

Una protostella massiccia distante oltre cinquemila anni luce è stata osservata con un dettaglio senza precedenti dal Large Binocular Telescope, ed è stato possibile misurare la velocità dei suoi getti di materia, pari a circa cento chilometri al secondo. Tutti i dettagli in uno studio, guidato da Fabrizio Massi dell’Inaf di Arcetri, in uscita su Astronomy & Astrophysics