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Concluso il 16° EVN Symposium

Il meeting si è tenuto a Bonn dal 2 al 6 settembre 2024 e ha visto una numerosa partecipazione di ricercatrici e ricercatori INAF
Concluso il 16° EVN Symposium

Foto di gruppo dei partecipanti al congresso. (Aleksei Nikonov)

Si è appena concluso il 16° EVN (European VLBI Network) Symposium, un appuntamento biennale della comunità radioastronomica internazionale incentrato su tematiche astrofisiche scientifiche e tecnologiche che fanno uso della tecnica del VLBI, Very Long Baseline Interferometry.

Il meeting si è tenuto a Bonn dal 2 al 6 settembre 2024, nell'atmosfera amichevole e costruttiva che da sempre caratterizza questa comunità, abituata a fare della collaborazione scientifica, tecnologica e organizzativa la propria cifra distintiva. Il simposio ha visto una numerosa partecipazione di ricercatrici e ricercatori INAF, che hanno presentato la propria attività in ambiti che vanno dall'astrofisica degli oggetti compatti alle radiogalassie e i loro cicli di attività, dai maser che si osservano in regioni di formazione stellare ai megamasers extragalattici, dalle diverse categorie di oggetti transienti al ruolo rilevante che il VLBI occupa nell'ambito dell'astrofisica multi-messaggera.

Il congresso è stato anche l'occasione per presentare alla comunità le attività condotte dalla rete VLBI nazionale, l'array VITA (VLBI ITalian Array), costituito dalle tre antenne paraboliche di Medicina, Noto e SRT (Sardinia Radio telescope), che fanno parte dello European VLBI Network insieme ad un'altra quindicina di radiotelescopi in Europa, Asia e Sudafrica. Il coordinamento della rete VLBI internazionale è molto complesso, e richiede un piano di sviluppo tecnologico e organizzativo condiviso.

Durante il simposio sono state discusse le prospettive scientifiche e tecnologiche future dell'EVN, e il ruolo insostituibile che il VLBI occuperà nel prossimo futuro, nell'era in cui i radio interferometri a disposizione della comunità saranno SKA e ngVLA. INAF è impegnato in particolare nell'upgrade delle tre antenne affinche' possano osservare ad alte frequenze radio, fino a 116 GHz. Il progetto è in una fase quasi conclusiva, i nuovi ricevitori "tri-band" sono già nelle tre sedi: ad SRT è iniziata la validazione tecnica, a Medicina è appena stato aperto il cantiere che permetterà di installare la superficie attiva, e a Noto a breve inizieranno lavori essenziali per la piena funzionalità del radiotelescopio alle alte frequenze. Questo aprirà la strada a nuove collaborazioni scientifiche, e alla partecipazione ad altri prestigiosi arrays interferometrici quali ad esempio il GMVA (Global Millimetre VLBI Network), e prospetticamente EHT.

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