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Il Consorzio Euclid a Roma, a un anno dal lancio

Si è concluso oggi a Roma, presso l’Aula Magna del Rettorato della Sapienza Università di Roma, il meeting annuale dello Euclid Consortium, che riunisce la comunità internazionale coinvolta nella missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea
Il Consorzio Euclid a Roma, a un anno dal lancio

Crediti: M. Scodeggio (INAF)

Si è concluso oggi a Roma, presso l’Aula Magna del Rettorato della Sapienza Università di Roma, il meeting annuale dello Euclid Consortium, che riunisce la comunità internazionale coinvolta nella missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea.

L’incontro si è svolto dal 17 al 21 giugno e ha richiamato nella Capitale oltre 500 persone dalla comunità che in Europa, USA, Canada e Giappone si occupa di ricerca cosmologica e astrofisica, dalle osservazioni alla teoria fino alla realizzazione di strumenti e operazioni spaziali. È stato il primo meeting del consorzio a valle del lancio di Euclid, avvenuto il primo luglio 2023, e della prima release di dati, resi pubblici lo scorso maggio. Durante il convegno, ricercatori e ricercatrici appartenenti al consorzio hanno presentato per la prima volta i risultati della pipeline di analisi della missione sui dati veri – ancora da raffinare, ma sicuramente promettenti.

“È l’inizio, un buon inizio”, commenta Roberto Scaramella, dell’INAF, chair del LOC e responsabile del team che si occupa della survey di Euclid. “Si sono visti i primi spettri di NISP ridotti, si sono viste una serie di supernove, si è vista la prima funzione di correlazione a due punti dello shear del weak lensing. Chiaramente su aree osservate ancora piccole rispetto al totale previsto, di circa 30mila puntamenti, ancorché ogni singolo puntamento dei 20 giornalieri fornisce dati su circa 130mila galassie”.

Le sessioni dedicate alla presentazione dello stato degli strumenti, delle calibrazioni e delle attività durante le fasi cruciali del commissioning e della performance verification, hanno visto tra i protagonisti non solo gli scienziati e i tecnologi della collaborazione, ma anche molti degli specialisti dell'ESA che hanno seguito la missione sin dall'inizio delle operazioni. L'impressione è quella di uno sforzo corale portato avanti con dedizione da tutte le “anime” della missione, che con entusiasmo hanno affrontato tutte le sfide che si sono presentate e che lavorano quotidianamente per ottenere i risultati scientifici aspettati.

“È stata una grande soddisfazione poter presentare i primi concreti sviluppi dell'analisi dei dati spettroscopici prodotti da Euclid”, aggiunge Marco Scodeggio, ricercatore INAF presso l’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica di Milano, a capo del gruppo di lavoro responsabile dell'estrazione e della calibrazione dei dati spettroscopici dalle osservazioni Euclid. “Finalmente l'analisi delle immagini prodotte da Euclid è diventata sufficientemente affidabile per fornirci le informazioni necessarie per la corretta identificazione di stelle e galassie nei dati spettroscopici, e siamo così già arrivati a completare l'analisi di 10 milioni di spettri”.

Il prossimo passo per la missione sarà la Quick release 1, una tappa preliminare per dare un'idea delle potenzialità dei dati, prevista per la primavera 2025, mentre la prima Data Release vera e propria è attesa per il 2026.

“L'Italia, con gli importanti contributi al monitoraggio degli strumenti, alla produzione delle varie pipelines del segmento di terra e alle attività di simulazione e modeling necessarie per la validazione di tutti gli strumenti di analisi, ha confermato la sua attiva presenza all'interno del consorzio, dimostrando quanto siano meritate tutte le responsabilità che ci siamo guadagnati con il lavoro sul campo” nota Anna Di Giorgio dell’INAF, che coordina le attività italiane per la missione Euclid finanziate dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Durante il meeting, sono stati anche assegnati gli Euclid Special Talent And Recognition (STAR) Prize, i premi conferiti ogni anno internamente al consorzio per riconoscere la qualità del lavoro svolto in alcune categorie specifiche. Molti italiani tra i premiati: in particolare, Giorgio Lesci, dell'Università di Bologna, ha ottenuto il premio come migliore studente di dottorato e Oriana Mansutti dell'INAF di Trieste, come partecipante al Gruppo ECICOM, che si occupa della comunicazione internamente al consorzio, ha contribuito all'ottenimento del premio “IDEA”. Inoltre, tutti gli italiani afferenti ai team responsabili del commissioning degli strumenti VIS e NISP – Stefano Dusini, Chiara Sirignano, Paola Maria Battaglia, Eduardo Medinaceli, Fabrizio Cogato, Sebastiano Ligori, Natalia Aurichio, Massimo Trifoglio, Gabriele Sirri, Vito Capobianco, Leonardo Corcione, Antonino Troja, Andrea Balestra, Fulvio Gianotti, Gianluca Morgante, Luca Valenziano, Enrico Franceschi e Anna Di Giorgio – hanno ricevuto il premio destinato ai gruppi tecnologici. L’Italia è infatti la seconda nazione in termini di contributo al progetto, con centinaia di ricercatori coinvolti, cruciali contributi agli strumenti e la responsabilità globale del segmento di terra, attualmente guidato da Andrea Zacchei dell’INAF di Trieste.

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