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Napolitano sulla ricerca: hanno vinto i tagli lineari

Il rammarico di Giorgio Napolitano espresso incontrando una delegazione dell'Associazione Gruppo 2003, della quale fanno parte, tra l'altro, vari esponenti INAF. La Germania, ha sottolineato il Capo dello Stato, ha aumentato gli investimenti, in Italia hanno vinto "resistenze e chiusure". Così il capo dello Stato, sottolineando di "avercela messa tutta" per far stanziare maggiori risorse.

"Ce l'ho messa tutta - ha detto il capo dello Stato incontrando al Quirinale una delegazione dell'Associazione Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica, che comprende anche ricercatori e associati INAF come Alessandro Bressan, Cesare Chiosi, Filippo Frontera, Gabriele Ghisellini, Isabella Gioia, Tommaso Maccacaro, Laura Maraschi, Alvio Renzini e Luigi Stella - e debbo dire onestamente che già da quando si è aperta la polemica sui cosiddetti 'tagli lineari alla spesa pubblica' e quando si è spostato l'accento sul concetto di spending review, il punto che mi premeva era che da ciò emergessero delle priorità nell'impiego delle risorse finanziarie pubbliche. Questo è risultato molto difficile: le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d'inerzia, sono risultate più forti. La dialettica è stata abitualmente tra ministri della Ricerca dell'Università e ministri dell'Economia e abbiamo qualche volta discusso anche in modo pungente".
"Quante volte ho citato - ha proseguito Napolitano - l'esempio della Cancelliera tedesca che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del tendenziale deficit di bilancio. La Cancelliera Merkel, anche di recente, parlando al Parlamento europeo, ha posto il problema dell'enorme diversità di impegni che ci sono tra paese e paese dell'Unione. Noi ci stiamo ponendo il problema di che cosa debba significare realmente una Unione economica e monetaria e, in prospettiva, una Unione politica, se si debba andare verso una maggiore integrazione e se questo non comporti che non ci sia più, come la signora Merkel diceva, 'un Paese che investe il 7% del suo prodotto lordo nella ricerca scientifica e un paese che investe l'1%' e questo spiega anche molte cose nelle diverse performance delle economie dei paesi membri dell'Unione e ne vediamo e ne conosciamo le ricadute''. E tutto ciò, ha concluso il Capo dello Stato, "dimostra quali siano le ricadute in termini di innovazione e quindi di capacità competitiva di importantissimi settori della nostra economia, dei risultati della ricerca scientifica".

All'incontro ha partecipato anche il Ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Francesco Profumo