Napolitano sulla ricerca: hanno vinto i tagli lineari
"Ce l'ho messa tutta - ha detto il capo dello Stato incontrando al Quirinale una delegazione dell'Associazione Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica, che comprende anche ricercatori e associati INAF come Alessandro Bressan, Cesare Chiosi, Filippo Frontera, Gabriele Ghisellini, Isabella Gioia, Tommaso Maccacaro, Laura Maraschi, Alvio Renzini e Luigi Stella - e debbo dire onestamente che già da quando si è aperta la polemica sui cosiddetti 'tagli lineari alla spesa pubblica' e quando si è spostato l'accento sul concetto di spending review, il punto che mi premeva era che da ciò emergessero delle priorità nell'impiego delle risorse finanziarie pubbliche. Questo è risultato molto difficile: le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d'inerzia, sono risultate più forti. La dialettica è stata abitualmente tra ministri della Ricerca dell'Università e ministri dell'Economia e abbiamo qualche volta discusso anche in modo pungente".
"Quante volte ho citato - ha proseguito Napolitano - l'esempio della Cancelliera tedesca che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del tendenziale deficit di bilancio. La Cancelliera Merkel, anche di recente, parlando al Parlamento europeo, ha posto il problema dell'enorme diversità di impegni che ci sono tra paese e paese dell'Unione. Noi ci stiamo ponendo il problema di che cosa debba significare realmente una Unione economica e monetaria e, in prospettiva, una Unione politica, se si debba andare verso una maggiore integrazione e se questo non comporti che non ci sia più, come la signora Merkel diceva, 'un Paese che investe il 7% del suo prodotto lordo nella ricerca scientifica e un paese che investe l'1%' e questo spiega anche molte cose nelle diverse performance delle economie dei paesi membri dell'Unione e ne vediamo e ne conosciamo le ricadute''. E tutto ciò, ha concluso il Capo dello Stato, "dimostra quali siano le ricadute in termini di innovazione e quindi di capacità competitiva di importantissimi settori della nostra economia, dei risultati della ricerca scientifica".
All'incontro ha partecipato anche il Ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Francesco Profumo