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Ottiche e componenti passivi

I gruppi INAF (coinvolti in radioastronomia e studio della CMB) hanno una leadership, riconosciuta a livello internazionale (ESA, NASA, ESO), nel disegno e modellizzazione e misure di ottiche complesse. La leadership va mantenuta e incrementata per far si che anche le imprese nazionali ne beneficino.

Negli attuali ricevitori il sistema di accoppiamento ottico deve fornire una larga banda passante istantanea (tipicamente maggiore del 20%), per permettere una copertura continua di frequenza, una buona purezza di polarizzazione, oltre a massa e dimensioni contenute (importanti sia per applicazioni spaziali che per esigenze di criogenia). La richiesta di frequenze di lavoro sempre maggiori si traduce in elevate precisioni meccaniche, ottenibili con tecniche di elettroformatura.

L'Italia ha un'ottima esperienza in questo campo. Collaborazioni tra INAF, istituti universitari e piccole imprese hanno permesso di utilizzare competenze e tools di progettazione in ottica elettromagnetica, e relativa simulazione. Competenze nella realizzazione di questi componenti sono oggetto di trasferimento tecnologico verso l'industria, per la produzione su piccola scala di componentistica (feed, polarizzatori, filtri in guida, accoppiatori) a frequenze fino a circa 200 GHz. Queste competenze sono state utilizzate sia per i ricevitori montati su radiotelescopi italiani che ad es. per ALMA Atacama Large Millimeter Array. A questo proposito va ricordato che i collettori di ALMA, per la parte di antenne realizzate sotto responsabilità ESO, saranno forniti dalla ditta Media Lario Technologies, nata di fatto da uno un spin-off di Istituti INAF per la realizzazione degli specchi della missione per raggi X XMM. Va menzionato anche l’esperienza di alcuni istituti dell’INAF in ottiche destinate a sistemi spaziali, come di altri per un progetto, nell’ambito del Sesto Programma Quadro, riguardante array di ricevitori “feedless”, in cui la formazione del fascio viene effettuata nel piano focale per via elettronica.